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Fratelli e compagni di cordata

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Autore: Guido Andruetto
Editore: Corbaccio

Dalle Alpi occidentali ai Poli: la vita «normale» di due fratelli con un mestiere «straordinario», la guida alpina.
«Alessio e Attilio sono stati, insieme ad altre guide di quella generazione, un po' gli ultimi depositari di un modo di fare e vivere la montagna che di lì a breve avrebbe cominciato a cambiare e a portare verso un modo di praticare l'alpinismo completamente diverso, che, se da un lato ha innovato, dall'altro ha dimenticato una buona parte dei valori veri della montagna» - Edy Grange, vicepresidente della Società delle Guide alpine di Courmayeur
Figli e nipoti di guide alpine della storica Società delle Guide di Courmayeur, la più antica al mondo dopo quella di Chamonix, i fratelli Alessio e Attilio Ollier hanno condiviso l'amore per la montagna, per il Monte Bianco dove sono nati e cresciuti, e per il mestiere dei loro avi. E negli anni Sessanta-Settanta sono diventati una delle cordate più forti in assoluto, in grado di competere con i nomi più famosi del momento. Nel 1965 realizzarono forse il loro capolavoro alpinistico: la prima invernale della Poire sul versante italiano del Bianco, ambita da molti fuoriclasse dell'epoca tra cui Walter Bonatti. Scesi dal versante francese, furono celebrati per la grande impresa e vennero scortati da Chamonix a Courmayeur attraverso il traforo del Bianco non ancora aperto al pubblico. Con Walter Bonatti, peraltro, i contatti erano frequenti nell'ambiente delle guide di Courmayeur e quattro anni prima gli Ollier avevano preso parte ai soccorsi durante la tragedia del Pilone Centrale del Freney, così come, mettendo a repentaglio la propria vita, presero parte a centinaia di operazioni di soccorso, salvando alpinisti che tentavano imprese al limite dell'impossibile, come René Desmaison che nel 1971 rimase intrappolato lungo la direttissima della Punta Walker sulle Grandes Jorasses. Affiatatissimi in cordata, come solo due fratelli possono essere, alla stregua di Reinhold e Günther Messner, hanno battuto forse come nessun altro tutte le cime delle Alpi occidentali e hanno partecipato anche singolarmente a spedizioni extraeuropee di rilievo: tra il novembre 1968 e il marzo 1969, esattamente cinquant'anni fa, i due fratelli si trovarono addirittura agli antipodi: Alessio con Carlo Mauri in Antartide nella prima spedizione alpinistico-scientifica italiana finanziata dal CAI e dal CNR, e Attilio in Groenlandia con l'esploratore Guido Monzino nella prima spedizione italiana verso il Polo Nord.

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Titolo Fratelli e compagni di cordata
Sottotitolo Alessio e Attilio Ollier. Storia di due guide alpine di Courmayeur
Collana Exploits
Autore Andruetto
Editore Corbaccio
Data 2018
Pagine 168
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni Bianco e nero
ISBN o EAN 9788867004621

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Free Il Cerro Torre e io

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Autore: David Lama
Editore: Corbaccio

«David Lama ha scalato il Cerro Torre in libera. Un'impresa che credevo impossibile.» REINHOLD MESSNER

«Non hai la minima possibilità di farcela!» Così ha detto la leggenda dell’arrampicata sportiva Jim Bridwell, quando David Lama gli ha sottoposto il suo piano. Ma David, allora diciannovenne campione europeo di arrampicata, non si è lasciato scoraggiare: voleva salire in libera la via del compressore del Cerro Torre, 900 metri di granito verticale che negli anni, a partire dal tentativo di Cesare Maestri, era stata teatro delle imprese incompiute e più spettacolari dell’alpinismo mondiale. Ha trascorso tre inverni ai piedi della vetta leggendaria della Patagonia, fino a quando, nel gennaio 2012, insieme al compagno di arrampicata Peter Ortner, David Lama è finalmente riuscito ad arrivare in cima al Cerro Torre, in libera, e a spostare ancora un po’ più in là l’asticella dell’«impossibile» nell’alpinismo.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo Free Il Cerro Torre e io
Collana Exploits
Autore David Lama
Editore Corbaccio
Data 2015
Pagine 175
Dimensioni 19 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni A colori
Lingua italiano
ISBN o EAN 9788867000012

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Gli alpinisti di Stalin

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Autore: Cédric Gras
Editore: Corbaccio

Dagli archivi segreti del KGB, la storia incredibile di due fratelli alpinisti nell'era di Stalin

«Gli alpinisti di Stalin è più di un racconto sull'alpinismo eroico e sull'ossessione per le vette: è anche una lezione di storia sull'ascesa e la caduta dell'impero sovietico.» - Le Figaro

Orfani siberiani, Vitalij ed Evgenij Abalakov praticarono l'alpinismo fin da ragazzini e, muovendosi fra il Caucaso e l'Asia centrale, salirono tutte le vette più significative arrivando a conquistare, negli anni Trenta del Novecento, gli inviolati Pik Lenin (7134 metri, ora picco Ibn Sina) e Pik Stalin (7495 metri, ora picco Ismail Samani) nel Pamir. Ma in un mondo in cui anche l'alpinismo faceva parte dell'ideologia ed era un mezzo di propaganda, di conquista militare e di rivalsa politica, Vitalij, come tante altre figure di spicco negli ambiti più svariati, finì per trovarsi stritolato nella macchina delle purghe staliniane. Ingegnere e direttore della scuola per alpinismo di Adyl-Su, nel febbraio 1938 venne arrestato con l'incredibile accusa di «avere ostacolato l'alpinismo di massa per riservarne la pratica solo a pochi eletti». Altrettanto incredibile è il fatto che venisse poi liberato, senza troppe spiegazioni, nel 1940. A causa delle menomazioni subite durante le sue spedizioni e le torture inflitte in carcere non poté arruolarsi per difendere la patria dall'aggressione hitleriana, come invece fece il fratello Evgenij, in quegli anni all'apice della sua fama come scultore, alpinista ed eroe del regime. Nel dopoguerra Evgenij ricominciò a scalare, sognando di conquistare l'Everest ma morirà nel 1948 in un banale - quanto per alcuni misterioso - incidente domestico. E anche Vitalij riprese la via delle montagne a capo della squadra di alpinismo agonistico Spartak, che per sedici anni compì spedizioni senza incidenti né vittime vincendo le competizioni sportive più prestigiose, il tutto sotto la guida di un ex prigioniero politico che aveva subito l'amputazione di venti falangi, ma che continuò a credere nell'alpinismo come scuola di vita improntata agli ideali comunisti. Oggi le sculture di Evgenij sono disseminate nei territori dell'ex Unione Sovietica, mentre Vitalij Abalakov ha dato il nome a una tecnica di discesa su ghiaccio, tutt'ora usata, e a tanti attrezzi da lui progettati e prodotti. Eppure della storia avventurosa e straordinaria dei più famosi alpinisti sovietici della loro generazione si sapeva ben poco, prima che Cédric Gras la ricostruisse, fra ricerche sul campo e documentazione recuperata negli archivi del KGB, in questo libro, vincitore del premio Albert Londres, che insieme alla vita dei due fratelli racconta la storia dell'Unione Sovietica attraverso il prisma delle nevi eterne.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo Gli alpinisti di Stalin,
Sottotitolo Vitalij ed Evgenij Abalakov fra alpinismo di regime e terrore di massa
Collana Exploits
Autore Cédric Gras
Editore Corbaccio
Data 2022
Pagine 256
Dimensioni 15 x 22 cm
Formato Brossura
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9791259920423

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Grido di pietra

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Autore: Messner Reinhold
Editore: Corbaccio

Il mito assoluto del Cerro Torre spiegato da Reinhold Messner
Il Cerro Torre, la guglia di roccia più spettacolare della Patagonia. In questo libro Reinhold Messner si addentra nella storia della «montagna impossibile». A cominciare dalla tragedia del 1959, quando Cesare Maestri sostenne di aver raggiunto la vetta insieme a Toni Egger, prima che una valanga travolgesse e uccidesse il compagno. Sulla vicenda molto si è detto e molto si è scritto. Tutte speculazioni alle quali non ha posto termine nemmeno la successiva salita di Maestri, nel 1970, con l’ausilio di compressore e chiodi a espansione, e lungo una via diversa. Reinhold Messner ha studiato a lungo il Cerro Torre, pur non avendolo mai salito, e non è coinvolto in prima persona nella querelle, ma cerca di fare chiarezza immedesimandosi nelle situazioni pur mantenendo il giusto distacco critico. Penetra nella psiche dei suoi eroi e ricostruisce i dettagli della «vicenda Torre», dando vita a un racconto appassionante su tutti gli aspetti naturali e umani della «montagna impossibile». A oltre sessant’anni da quella sensazionale quanto discussa spedizione del 1959, Messner ci aiuta a comprendere perché il Cerro Torre è diventato un mito assoluto.

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Titolo Grido di pietra
Sottotitolo Cerro Torre, la montagna impossibile
Collana Exploits
Autore Messner Reinhold
Editore Corbaccio
Data 2023
Pagine 304
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Brossura
Illustrazioni Bianco e nero
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9791259921062

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I conquistatori del cielo

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Autore: Scott Ellsworth
Editore: Corbaccio

Mentre cresceva la tensione fra le potenze europee negli anni Trenta del XX secolo, in Himalaya si stava già combattendo una battaglia di altro genere. I migliori alpinisti provenienti dal Regno Unito, dalla Germania nazista e dagli Stati Uniti avevano attrezzato i loro campi base alle pendici degli Ottomila, sperando di conquistare le vette più alte, comprese l’Everest e il K2. Diversamente dagli alpinisti di oggi, disponevano di pochissime mappe e fotografie, non avevano bombole d’ossigeno efficienti, indossavano scarponi di cuoio e giacconi di tweed. Ma contro ogni pronostico, andarono più in alto di quanto fosse possibile immaginare. E non appena raggiunsero dei record di altitudine straordinari, su di loro si concentrò l’attenzione dei media e della politica mondiale. Gli alpinisti venivano assediati dalla stampa alle stazioni dei treni indiani, erano celebrati in film e in rappresentazioni teatrali. James Hilton creò la mitica Shangri-La in Orizzonte perduto mentre un eccentrico alpinista inglese di nome Maurice Wilson partiva per il Tibet per scalare l’Everest da solo e a bordo di un biplano che aveva appena imparato a pilotare. Intanto, nei corridoi del ministero nazista per la propaganda, i gerarchi scoprivano l’importanza di piantare la bandiera tedesca su un Ottomila.
Ambientato a Londra, a New York, in Germania, in Tibet e in India, I conquistatori del cielo è una storia non solo di alpinismo, ma anche di passione e ambizione, coraggio e follia, tradizione e innovazione, tragedia e trionfo. Ellsworth si muove fra le strade di Manhattan e di Berlino e le pareti scoscese del Nanga Parbat, in mezzo alle rivolte nel Kashmir e nel paesaggio rarefatto della Nuova Zelanda, dove un uomo di nome Hillary sognava di salire in cima all’Everest.

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Titolo I conquistatori del cielo
Sottotitolo gli anni ruggenti dell'alpinismo himalayano
Collana Exploits
Autore Scott Ellsworth
Editore Corbaccio
Data 2020
Pagine 420
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni A colori
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788867003327

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I miei 4000 sulle Alpi

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Autore: Marlies Czerny
Editore: Corbaccio

«Il primo trekking in montagna è stato solo un tentativo, perché dovevo smaltire dei giorni di ferie: sarei stata fisicamente in grado? Avrei sofferto l’altitudine? Come mi sarei sentita in cima a un quattromila?» Dieci anni più tardi Marlies Czerny è diventata la prima donna ad aver salito tutti i quattromila delle Alpi. In questo libro non solo rende il lettore partecipe delle sue imprese e dei luoghi meravigliosi che ha attraversato, ma racconta anche in modo immediato e autentico come le cime più alte delle Alpi le abbiano profondamente cambiato la vita. Salire montagne come il Cervino, il Bianco o il Mönch per Marlies Czerny ha poco a che fare con la velocità o con il grado di difficoltà, bensì con la felicità, il coraggio, la paura, l’amicizia, il cambiamento e la consapevolezza che raggiungere la vetta della felicità sia possibile. I miei 4000 sulle Alpi è il racconto appassionante di una donna «normale» che ha compiuto un’impresa «eccezionale»
Un bellissimo libro di montagna, di alpinismo, di natura, che insegna a cercare nuovi traguardi e nuovi equilibri.

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Titolo I miei 4000 sulle Alpi
Sottotitolo Le 82 vette più alte dell'arco alpino: l'avventura meravigliosa di una donna normale
Collana Exploits
Autore Marlies Czerny
Editore Corbaccio
Data 2020
Pagine 223
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato cartonato, rilegato
Lingua italiano
ISBN o EAN 9788867006472

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Il fuoco dell'anima

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Autore: Andrea di Bari, Luisa Mandrino
Editore: Corbaccio

Quando i dischi erano in vinile e le immagini si vedevano al proiettore, un pomeriggio d’autunno una banda di ragazzi di borgata resta incollata allo schermo dove, alle note di «The Dark Side Of the Moon», scorrono delle fotografie delle Alpi. Uno di loro ha quattordici anni, è cresciuto a ‘pane e botte’ e si chiama Andrea Di Bari. Quel giorno Andrea capisce una cosa: «Quelle vette erano la cosa più bella che avessi mai visto e che riconoscevo dentro di me. Il mio Shangri-la, il mio paradiso futuro. Percepii chiaramente che su una di quelle cime sarei stato per la prima volta davvero me stesso. Vaffanculo la bisca, il pallone e tutto il resto».
Andrea Di Bari è cresciuto, ma per lui crescere non è stato accantonare i sogni da ragazzo bensì realizzarli con tenacia e passione. Negli anni Ottanta e Novanta è diventato uno dei più forti climber italiani partecipando con successo alle più importanti competizioni internazionali e nazionali di arrampicata sportiva; la sua fantasia lo ha spinto a scoprire e scalare in luoghi remoti e insospettati, da Sperlonga a Kalymnos. E quando il mondo delle competizioni gli è diventato troppo stretto ha seguito la sua passione di raccontare storie autentiche e profonde attraverso le immagini ed è diventato uno sceneggiatore e regista di cortometraggi pluripremiati. E quando il linguaggio visivo gli è sembrato troppo scarno, si è affidato alla scrittura di un libro. E ne è nato «Il fuoco dell’anima».

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Titolo Il fuoco dell'anima
Collana Exploits
Autore Andrea di Bari, Luisa Mandrino
Editore Corbaccio
Data 2017
Pagine 342
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni A colori
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788867002405

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Il gigante sconosciuto

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Autore: Stefano Ardito
Editore: Corbaccio

Situato tra Nepal e Sikkim indiano, il Kangchenjunga è la vetta più orientale dell’Himalaya ed è il terzo Ottomila della Terra. Meno famoso di Everest, K2, Broad Peak, Annapurna, Nanga Parbat, il Kanchenjunga - detto «I cinque tesori della Grande Neve» per le vette principali che lo compongono - non è diventato l’ossessione patriottica di nessuna nazione, ma ha una storia appassionante e affascinate, fatta di esploratori, militari, cartografi coltivatori di tè e, infine, alpinisti, a partire dalla fine dell’Ottocento. La prima alla vetta è del 1955, due anni dopo l’Everest, un anno dopo il K2, a opera di due inglesi che si sono fermati qualche metro sotto la cima, in segno di rispetto verso il sovrano del Sikkim e della popolazione locale che consideravano sacra la montagna. Da allora il Kangchenjunga è diventato teatro delle imprese dei migliori alpinisti di tutto il mondo, anche se il lungo avvicinamento dal versante nepalese e l’esclusiva delle spedizioni indiane sul versante del Sikkim, lo rendono una montagna ancora relativamente sconosciuta e da esplorare. Una rarità nel mondo degli Ottomila nel Ventunesimo secolo.

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Titolo Il gigante sconosciuto
Sottotitolo Storia e segreti del Kangchenjunga, il terzo Ottomila
Collana Exploits
Autore Stefano Ardito
Editore Corbaccio
Data 2016
Pagine 304
Dimensioni 15 x 21 cm
Formato cartonato con sovracoperta
Illustrazioni Bianco e nero
ISBN o EAN 9788867000807

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Annapurna
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Il grande Det

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Autore: Giovanni Capra
Editore: Corbaccio

Dalle stalle sopra Lecco alla Patagonia: la vita semplice di un alpinista contadino

«Io il ‘Det’ l’ho conosciuto sul Lhotse, nella spedizione di Cassin del 1975. Era magro, aveva la pelle delle mani rugosa come la corteccia di un larice e camminava agile e velocemente come un camoscio. Con Mario Curmis era il più forte della spedizione, non si lamentava mai.» Reinhold Messner

Classe 1934, Giuseppe Alippi, il Det per gli amici, ha condiviso la stagione eroica dell’alpinismo italiano, quella di Renato Cassin, di Walter Bonatti, di Casimiro Ferrari, di Carlo Mauri… Ha compiuto imprese straordinarie sulle sue montagne, le Grigne, così come nel mondo, sul Lhotse con Messner e in Patagonia con Ferrari. Ma è sempre e orgogliosamente rimasto un contadino e un pastore. A più di ottant’anni, va ancora nel bosco a far legna e parla della montagna come di un grande amore che è sempre dovuto coesistere con il lavoro, la stalla, la caccia, che racconta con altrettanta passione. Giovanni Capra ha ricostruito la sua vita dall’infanzia contadina alle salite delle vie più difficili, come la Couzy alla Cima Ovest di Lavaredo fino alle imprese himalayane e patagoniche, compreso quel Cerro Campana che con pazienza il Det prova e riprova, senza lasciarsi scoraggiare dalle rinunce imposte dalle condizioni meteorologiche estreme, fino a raggiungerne la vetta al quarto tentativo: all’età di settant'anni.

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Titolo Il grande Det
Sottotitolo Giuseppe Alippi, alpinista e contadino
Collana Exploits
Autore Giovanni Capra
Editore Corbaccio
Data 2016
Pagine 208
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni A colori
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788867001279

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Il passo successivo

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Autore: Ueli Steck, Steinbach Karin
Editore: Corbaccio

Oltre una montagna, c'è sempre un'altra montagna
«Ueli Steck è stato uno dei migliori scalatori di tutto il mondo negli ultimi quindici anni.»
REINHOLD MESSNER
«Lui era un campione, nello sport e nella vita. Considero l’aver vissuto alcune esperienze con lui un tesoro che la vita mi ha regalato.»
SIMONE MORO
Ueli Steck, soprannominato «Swiss machine», è morto in Himalaya il 30 aprile 2017 all’età di quarantun anni. Fuoriclasse dell’alpinismo contemporaneo, fatto di velocità e free soloing, si stava allenando per compiere la traversata Everest-Lhotse, da solo e nel più puro stile alpino. Ogni sua impresa era preceduta da una preparazione meticolosa, e niente lasciava Ueli Steck soddisfatto come l’aver saputo valutare al meglio il pericolo. Quando il 17 novembre 2015 stabilì un incredibile record di velocità salendo la Nord dell’Eiger in due ore e ventidue minuti, disse che più del record era felice per non essersi mai «trovato in situazioni di rischio». Ma Steck era anche consapevole del fatto che «non importa quanto si è preparati, quando si va in montagna c’è sempre la possibilità che succeda qualcosa, e forse è proprio questo aspetto che rende l’alpinismo tanto affascinante». Nel «Passo successivo», Steck riflette con straordinaria onestà intellettuale sulle ragioni profonde che lo hanno portato a tentare avventure «impossibili», come la salita in ventotto ore della parete Sud dell’Annapurna, e alle sensazioni che hanno seguito il suo successo: euforia, certamente, ma anche un senso di vuoto, di solitudine, di paura a posteriori. Emozioni che però ha sempre superato per andare incontro a nuove sfide. Perché questa era la sua passione e la sua natura. E per questo sarà ricordato.

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Titolo Il passo successivo
Collana Exploits
Autore Ueli Steck, Steinbach Karin
Editore Corbaccio
Data 2017
Pagine 224
Dimensioni 14 x 21 cm
Formato Cartonato
Illustrazioni A colori
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788867003518

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