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La pietra dei sogni

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Autore: Alessandro Gogna
Editore: Versante Sud

La pietra dei sogni ci racconta l’arrampicata nel mezzogiorno d’Italia. Trentatré anni dopo la serie di viaggi al Sud che culminò con il libro/guida Mezzogiorno di Pietra, Alessandro Gogna è finalmente riuscito a mettere mano ai ricordi di quegli anni e di quelli successivi, inserendoli nello scorrere del tempo.
Ne è uscito un libro personale, ricco di episodi, di ritratti di grandi arrampicatori, ma anche corale, con preziose testimonianze di chi quegli anni li ha vissuti da protagonista, anche ad altissimi livelli.
Furono anni di ricerca, di miglioramento sportivo, di discussioni sul come e con quali mezzi, ancora oggi di certo non risolte.
Ne è uscito un libro con preziose testimonianze di chi quegli anni li ha vissuti da protagonista, come Manolo e Marco Bernardi, e di chi ha raccolto il testimone della scoperta, come Pietro Dal Prà, Maurizio Oviglia, Rolando Larcher, Roberto Vigiani e Massimo Flaccavento.
Intanto ci lasciavano Roby Manfrè, Gabriele Beuchod e Ornella Antonioli, cui quest’opera è dedicata.
L’illusione, talvolta così forte da essere quasi reale, che l’occuparsi delle avventure altrui e lo scavare nei piccoli misteri sia l’unico modo valido per non poltrire nei ricordi personali, ha spinto l’autore a dare il giusto peso a imprese ben note e di bandiera, riequilibrandolo con quello delle dimenticate o quasi ignote, senza inchinarsi ad alcuna moda.
Un’illusione che porta a credere che il sogno non sia ancora finito: e che la Pietra dei Sogni sia come quella filosofale.


Alessandro Gogna è alpinista di fama internazionale, guida alpina e storico dell’alpinismo italiano. Protagonista dell’alpinismo di punta negli anni 70, ha al suo attivo almeno 150 prime ascensioni nelle Alpi e in altre catene montuose, nonché 3 spedizioni in Himalaya e Karakorum (Annapurna, Lhotse e K2). Ha vissuto e documentato l’evoluzione dell’alpinismo, dalle grandi vie classiche all’arrampicata come nuova forma di movimento fine a sé stesso.
Editore e scrittore è stato fondatore e per anni membro attivo e trainante di Mountain Wilderness, di cui è ancora tra i garanti internazionali.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo La pietra dei sogni
Sottotitolo Viaggio alla scoperta del freeclimbing nel mezzogiorno d’Italia
Collana I rampicanti
Autore Alessandro Gogna
Editore Versante Sud
Data 2014
Pagine 320
Dimensioni 13 x 20 cm
Formato Brossura con ali
Illustrazioni Bianco e nero
ISBN o EAN 9788898609291

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Annapurna 47
15,00
Rock story
20,00

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La sottile linea bianca

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Autore: Cave Andy
Editore: Versante Sud

La sottile linea bianca è il seguito di Imparare a respirare, l’esordio di successo di Andy Cave.
Nel 1997, Andy Cave ritorna dall’Himalaya dopo aver scalato la stupenda parete Nord del Changabang, ma senza il suo amico e compagno di cordata, scomparso durante l’ascesa. Traumatizzato dalla tremenda disavventura, rimette in discussione il suo rapporto con le montagne, che fino a quel momento ha dato un’impronta decisiva alla sua vita. Troverà ancora il coraggio di intraprendere sfide del genere? Ne avrà ancora la volontà?
La sottile linea bianca racconta il suo viaggio alla ricerca di una risposta ma è anche un viaggio nella psiche di un alpinista estremo che si avventura in ambienti selvaggi.
La narrazione avvincente di Cave ci porta in Patagonia, Norvegia e Alaska, affrontando le sfide più severe dell’alpinismo moderno e permettendoci di accostarci alla bellezza essenziale di quei paesaggi e ai coloriti personaggi che li popolano – avventurieri di ieri e di oggi e pionieri dell’aeronautica. Cave trasmette in maniera vivida le gioie e le sofferenze dell’alpinismo, portando il racconto a un finale drammatico che evidenzia la fragilità delle nostre convinzioni più profondamente radicate.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo La sottile linea bianca
Collana I rampicanti
Autore Cave Andy
Editore Versante Sud
Data 2010
Pagine 284
Dimensioni 13 x 20 cm
Formato Brossura
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788887890983

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La via

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Autore Nejc Zaplotnik
Editore: Versante Sud

NEJC ZAPLOTNIK, pur essendo un grande alpinista, all’epoca paragonato a Reinhold Messner stesso, è soprattutto un artista e un uomo con tutti i suoi dubbi, sbalzi d’umore e contraddizioni. Ma è pure un essere indipendente con una personalità prorompente e una gran sete di sapere.
La forza trainante de La Via sono le riflessioni, i pensieri e gli adagi sempre attuali e profondamente ancorati nella quotidianità, anche se esternati in un contesto fuori dal comune, che formano con l’affascinante e spietato ambito esterno una combinazione di grande efficacia.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo La via
Collana I rampicanti
Autore NEJC ZAPLOTNIK, traduzione Dušan Jelinčič
Editore Versante Sud
Data 2020
Pagine 183
Dimensioni 13 x 21 cm
Formato Brossura con alette
ISBN o EAN 9788885475953

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La via del Tarci

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Autore Giuseppe “Popi” Miotti
Editore: Versante Sud

Adattandosi al mutare dei tempi l’alpinismo si è sempre più avvalso dei moderni mezzi di comunicazione per dare risalto a imprese grandi e piccole. In alcuni casi l’enfasi e la spettacolarizzazione con cui sono state presentate hanno superato di gran lunga il loro valore storico e sportivo, tanto che a volte è nettamente percepibile una sorta di dicotomia. Da un lato ci sono le ascensioni di grande valore tecnico ed esplorativo magari compiute su montagne sconosciute e dall’altro quelle che acquisiscono importanza anche per la bravura comunicativa dei protagonisti e per la facile presa che certe caratteristiche hanno sul grande pubblico.
Da questo punto di vista, salire un 8000 anche solo per la via normale è senza dubbio più efficace che riuscire in una straordinaria e difficile ascensione su un 6000. Moltissimi sono gli scalatori che ogni anno compiono più o meno in sordina imprese di grande valore e il più delle volte le loro gesta restano purtroppo confinate nell’ambito degli addetti ai lavori, favorendo nel grande pubblico una falsa percezione dell’Alpinismo.
Fra questi scalatori silenti la figura di Tarcisio Fazzini emerge in tutta la sua semplice e quindi straordinaria efficacia. In una decina d’anni Tarcisio e compagni hanno mostrato che fantasia e azione possono portare a risultati incredibili anche su pareti poste a pochi chilometri da casa, senza partire per mete lontane. Purtroppo la Via del Tarci si è conclusa troppo presto, ma il suo segno deve rimanere e questo libro, oltre che un affettuoso omaggio da parte dei suoi familiari, vuole essere il testimone di uno stile alpinistico forse inarrivabile, ma sicuramente da perseguire in ogni caso.
GIUSEPPE MIOTTI (aka POPI), nato a Sondrio nel 1954, ha conosciuto la montagna giovanissimo. Dopo un periodo come cercatore di minerali si è dato all’alpinismo. Negli anni 70 del Novecento è stato fra gli esponenti storici del Nuovo Mattino, membro dei Sassisti di Sondrio. Ha sempre cercato la completezza su ogni terreno, spaziando dal boulder alle salite invernali e prediligendo gli aspetti esplorativi dell’alpinismo con l’apertura di molte vie nuove. È stato Guida alpina e ha dato al suo professionismo una visione più ampia, contemplando ogni genere di attività purché legata esclusivamente alla montagna, nel maggiore rispetto possibile del suo ambiente e della sua storia. Con Tarcisio Fazzini ha scalato in prima assoluta e prima invernale la NE del Pizzo Cengalo, ultima parete parete inviolata della Val Bondasca. Da tempo ha ridotto la sua attività di scalatore dedicandosi allo studio e alla pratica del Taiji, ma continua a frequentare assiduamente le cime e a lavorare fedele alla sua linea professionale.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo La via del Tarci
Sottotitolo Tarcisio Fazzini, genio del granito
Collana I rampicanti
Autore Giuseppe “Popi” Miotti
Editore Versante Sud
Data 2020
Pagine 176
Dimensioni 13 x 21 cm
Formato Brossura con alette
Illustrazioni Bianco e nero
ISBN o EAN 9788885475960

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La via per la montagna

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Autore: Pritchard Paul
Editore: Versante Sud

LA VIA PER LA MONTAGNA

Il viaggio di uno scalatore tra la vita e la morte “L’unica cosa che volevo fare era dormire. Ero però certo che se mi fossi lasciato andare, quella sarebbe stata l’ultima volta.” Nel 1998 Paul Pritchard stava scalando in Tasmania un faraglione a forma di pinnacolo roccioso dal nome di Totem Pole quando un sasso staccatosi lo colpì dritto sulla testa. Durante le lunghe attese per i soccorsi, tra la vita e la morte, Pritchard riuscì ad andare avanti con la promessa che, data la possibilità, avrebbe “quanto meno provato a vivere”.

Rimasto emiplegico a causa di quell’incidente, Pritchard ha passato gli ultimi due decenni a cercare di vivere affrontando avventure apparentemente impossibili dopo un infortunio di quella portata e andando a scandagliare i recessi di una mente pressoché obnubilata dalla sua passione per le scalate.

Non soddisfatto di limitarsi a sopravvivere, Pritchard trova i modi per tornare alla sua vecchia vita, attraversando il Tibet in bicicletta, espandendo la mente con estenuanti corsi di meditazione, andando a rivisitare il passato e a comprendere quella sua attrazione per il rischio. Da ultimo, torna a scalare il Totem Pole, il luogo dove la sua vita era quasi arrivata a concludersi. La Via per la Montagna è un libro d’avventura che non ha eguali, l’esplorazione di un cervello che guarisce, un viaggio dentro a filosofia e psicologia, una prova di volontà ed un trionfo della speranza.

Paul Pritchard è un autore pluripremiato e uno degli scalatori più visionari e completi del Regno Unito. Originario del Lancashire, iniziò ad arrampicare da adolescente e arrivando a ripetere alcune delle vie più difficili del Paese prima di trasferirsi nel Galles settentrionale dove ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arrampicata nelle cave di ardesia di Dinorwig e sulle imponenti scogliere di Gogarth ad Anglesey. A quel periodo fece seguito il passaggio all’alpinismo, con salite significative in tutto il mondo, tra cui la parete est della Torre Centrale del Paine in Patagonia e la prima salita della parete ovest del Monte Asgard sull’Isola di Baffin. Nel 1998 la sua vita cambiò radicalmente quando fu colpito da un sasso cadutogli in testa mentre stava scalando il Totem Pole, un faraglione al largo della costa della Tasmania. Rimase con un’emiplegia, ovvero con una paralisi lungo il lato destro del corpo e perse anche la capacità di parlare per molti mesi. Dopo l’incidente, Paul continuò a condurre una vita di sfide, affrontando la speleologia, le corse col triciclo reclinato, il kayak da mare, il rafting, la scalata del Kilimangiaro e, nel 2009, il ritorno all’arrampicata su roccia da primo. È un oratore internazionale che si batte per la disabilità nonché un formatore per la diversità e l’inclusione attivo come volontario per The Human Library, che sfida gli effetti dannosi degli stereotipi e dei pregiudizi. È autore di tre libri, Deep Play (edizione italiana, © Versante Sud 2005), The Totem Pole e The Longest Climb e ha vinto il prestigioso Boardman Tasker Prize in due occasioni: nel 1997 con Deep Play e nel 1999 con The Totem Pole. In quello stesso anno quest’ultimo libro ha vinto anche il Gran Premio al Festival del Libro di Montagna di Banff. Paul vive a Hobart, in Tasmania.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo La via per la montagna
Sottotitolo Il viaggio di uno scalatore tra la vita e la morte
Collana I rampicanti
Autore Pritchard Paul
Editore Versante Sud
Data 2023
Pagine 304
Dimensioni 15 x 23 cm
Formato Brossura
Illustrazioni A colori
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788855471411

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Io superclimber
19,00
Deep Play
16,00

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Mi chiamavano Banana Fingers

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Autore: Fawcett Ron
Editore: Versante Sud

Nel 1979, Fawcett era il più famoso arrampicatore della Gran Bretagna, e tra i migliori del mondo, membro di una nuova ondata di atleti la cui dedizione all’allenamento trasformò questo sport, spingendo i limiti in avanti più velocemente di quanto non fosse mai accaduto prima – e anche dopo. Vie come Lord of the Flies e Strawberries erano all’avanguardia mondiale al tempo, e sono ancora considerate sfide estreme, a trentanni di distanza.
Fu anche il primo a porsi come arrampicatore professionista, trasformando il suo talento in carriera. Fawcett attrasse gli sponsor e apparve in numerosi programmi televisivi e film, compreso il mitico Rock Athlete del produttore Sid Perou, e Dead Men’s Tales di Leo Dickinson e le riviste di arrampicata di tutto il mondo pubblicarono la sua foto in copertina. Ma ben lontano dall’amare le luci della ribalta, Ron trovava la pressione della fama troppo pesante da sopportare, e alla fine degli anni ottanta si eclissò.
Ora, per la prima volta, ci racconta la sua straordinaria storia, come il suo amore per la natura e l’ambiente si siano trasformati in una passione per l’arrampicata che lo ha portato al top – e lo ha quasi consumato.
Oggi Ron vive nel Peak District con le sue due figlie.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo Mi chiamavano Banana Fingers
Collana I Rampicanti
Autore Fawcett Ron
Editore Versante Sud
Data 2011
Pagine 280 + XVI
Dimensioni 13 x 20 cm
Formato Brossura
Illustrazioni Bianco e nero
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788896634295

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Nanga Parbat 1970

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Autore: Jochen Hemmleb
Editore: Versante Sud

Il dramma e le sue controversie
È una delle tragedie alpinistiche più raccontate e discusse: quella di Reinhold Messner e della morte del fratello Günther sul Nanga Parbat nel 1970. Un trauma di notevole importanza per i sopravvissuti e allo stesso tempo un dramma colmo di contraddizioni, controversie, dispute, accuse. Un tema emotivamente toccante ancora oggi. Che cosa successe esattamente quarant’anni fa sulla cima del Nanga Parbat? Perché non si può scrivere la parola fine a questa vicenda?
Jochen Hemmleb vi si accosta da vero investigatore: visualizza accuratamente i fatti, esamina gli scritti di Messner relativi alle vicende e chiama in causa, per la prima volta, i partecipanti a quella spedizione, tra cui il noto regista Gerhard Baur, l'ultimo a parlare con Günther. Si dà così vita alle circostanze, e si osservano i fatti e i protagonisti da una prospettiva diversa. Ne risulta la prima rappresentazione indipendente del perché la tragedia dei Messner divenne un caso così importante nella storia dell’alpinismo. Approfondito come un saggio, appassionante come un thriller. Un libro che tocca profondamente.
Se trattata in maniera obiettiva, la prima parte della storia del Nanga Parbat del 1970 parla di un dramma di montagna, niente più e niente meno. Due giovani alpinisti si sono ritrovati a dover prendere decisioni, le cui conseguenze furono la morte di uno e la mera sopravvivenza dell’altro. Si potrebbe discutere e valutare tale decisione da un punto di vista alpinistico. Ma non la si deve giudicare. Il mondo dell’alpinismo è pieno di simili esempi. La particolarità di questa storia è che i due alpinisti erano fratelli e quello sopravvissuto ha acquisito fama mondiale. La seconda parte della storia potrebbe svilupparsi in questo modo: si tratta di uno spettacolo mediatico che ruota attorno al destino di Messner ed è stato messo in piedi da lui stesso.
“Si poteva notare chiaramente che Reinhold era la figura dominante tra i due, e Günther era il fratello più piccolo. Non lo vedevo però come un fattore negativo, semplicemente una normale divisione di ruoli. Reinhold aveva verso di lui un atteggiamento più di guida che di protezione. Durante la spedizione ero stato affascinato dall’entusiasmo e dalla forza di volontà di Günther. Soprattutto per quanto riguardava i lavori quotidiani, fossero essi smontare le tende, cucinare o fare la traccia. Era sempre disposto a fare qualcosa. Non che suo fratello maggiore se ne stesse a oziare, tutt’altro, semplicemente Reinhold era la guida.” G. Bauer

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Titolo Nanga Parbat 1970
Collana I Rampicanti
Autore Jochen Hemmleb
Editore Versante Sud
Data 2012
Pagine 212
Dimensioni 12 x 20 cm
Formato Brossura
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788896634615

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Al Nanga Parbat
11,00

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Ottavo grado

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Autore: Jean Baptiste Tribout, David Chambre
Editore: Versante Sud

Nel corso degli anni Ottanta l’arrampicata si libera definitivamente dalla tutela, talvolta ingombrante, dell’alpinismo ed intraprende un cammino che la porterà a diventare una vera e propria disciplina sportiva.
Oggi in tutti i continenti, nuove generazioni di scalatori affrontano direttamente l’attività per il suo aspetto più ginnico e competitivo; ma fino a vent’anni fa, molti arrampicatori, anche i più giovani, subivano ancora l’influenza della controcultura degli anni Sessanta e Settanta e scalare a tempo pieno significava, spesso, porsi volontariamente ai margini della società consumistica e ricavarne un certo orgoglio.
Questo libro, scritto a quattro mani da due dei protagonisti assoluti dell'arrampicata anni Ottanta in Francia, racconta i dieci anni, dal 1976 al 1986, che sconvolsero il mondo dell'alpinismo, determinando la definitiva consacrazione dell'arrampicata di alta difficoltà su brevi itinerari o addirittura su massi, ma anche l'espandersi e il perfezionarsi del fenomeno gare con tutte le contraddizioni e le polemiche che ciò ha significato.
Il Verdon, il Buoux, la Loubière, il Saussois, Fointainbleau, e tutti i santuari dell'alta difficoltà, fanno da sfondo alle gesta dei climber che hanno segnato l'evoluzione di questo sport: da Droyer, a Berhault, da Marc e Antoine Le Menestrel, a Edlinger, Bouvier, Tribout, e Destivelle.
Ottavo grado è un testo indispensabile per tutti gli scalatori che desiderano approfondire i motivi per cui oggi l'arrampicata, non solo sportiva, è quella che è.

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Titolo Ottavo grado
Collana I Rampicanti
Autore Jean Baptiste Tribout, David Chambre
Editore Versante Sud
Data 2013
Pagine 176
Dimensioni 15 x 20 cm
Formato Brossura con alette
ISBN o EAN 9788896634707

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Fuga da Buoux
19,00
Berhault 96
18,00

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Porto i capelli come Walter B.

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Autore: Massimo Marcheggiani
Editore: Versante Sud

«Un percorso, il mio, che non è stato proprio una passeggiata… anni e anni di convivenza con un Io non particolarmente amato, stimato né accettato; […] di lavori onesti ma senza prospettive. […] idee sul proprio futuro assolutamente confuse… Poi ho cominciato a scalare, a seguire questa strada che mi ha dato sicurezza interiore, autostima, piacere nel fare ciò che faccio».
«Massimo Marcheggiani è tra i miei alpinisti preferiti, capace di fare sognare intere generazioni con prime salite, prime invernali, prime solitarie. Un uomo completo e forse troppo poco conosciuto nei salotti dell’alpinismo, ma proprio questo amplifica il personaggio. Con Porto i capelli come Walter B. Massimo e i suoi meravigliosi compagni di cordata ci conducono in momenti di vita e di alpinismo veri, da cui gli amanti della montagna devono solo prendere esempio».
Ivo Ferrari
Nato a Frascati nel settembre del 1952, MASSIMO MARCHEGGIANI è uno di quegli alpinisti che agiscono quasi in sordina: pur avendo compiuto imprese importanti sia nella sua terra d’origine che in varie parti del mondo, si racconta refrattario a qualsiasi forma di protagonismo e di smania agonistica, mettendo sempre al centro delle sue narrazioni il significato essenziale di ogni scalata, che sta nella sfida con sé stesso e nello sconfinato amore per l’ambiente alpino ad ogni latitudine. “Io non faccio l’alpinista. Lo sono” è una delle sue frasi più celebri e una di quelle che meglio rappresentano il suo modo di vivere la montagna. Montagna che ha scoperto tardi, a 23 anni, dopo aver fatto mille lavori per potersi mantenere, data la provenienza da una famiglia poco abbiente e un tormentato percorso scolastico. Cresciuto in un paese dove la parola alpinismo non esisteva, insieme a due amici fraterni ha sviluppato un approccio autodidatta alla montagna, che lo ha portato fino a divenire, insieme a Cantalamessa, l’alpinista col maggior numero di prime invernali sulla più complessa, difficile e isolata parete dell’intero Appennino Centrale: Il Paretone del Gran Sasso.
La prima volta che ha messo piede al Monte Bianco ha salito la Ovest della Aiguille Noire de Peuterey e subito dopo la Walker alle Grandes Jorasses; ha compiuto 15 spedizioni extraeuropee, dove ha salito sette vette inviolate tra cui il Bhagirathi Karak di 6702 m e la spettacolare Neverseen Tower nell’Himachal Pradesh in India. In Patagonia ha ripetuto la via Franco-Argentina in 26 ore no-stop, con l’indimenticabile Tiziano Cantalamessa. Sempre con Cantalamessa ha tentato poi la via Casarotto all’Huascarán Nord e la via dei Polacchi alla parete Rupal del Nanga Parbat. Da molti anni vive di alpinismo e dei suoi derivati: ha costruito e gestisce una grande parete artificiale per l’arrampicata sportiva indoor, ha pubblicato due libri, Una scelta e Tu non conosci Tiziano, per la S.E.R edizioni e da diversi anni è responsabile per le coreografie aeree a grandi altezze per la compagnia di teatro-danza Kitonb con esibizioni in mezzo mondo. A 67 anni continua, con piacere e passione, l’attività alpinistica sia estiva che invernale.

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo Porto i capelli come Walter B.
Collana I Rampicanti
Autore Massimo Marcheggiani
Editore Versante Sud
Data 2019
Pagine 224
Dimensioni 16 x 23 cm
Formato Brossura con alette
Illustrazioni A colori
ISBN o EAN 9788885475946

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Psycho vertical

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Autore: Kirkpatrick Andy
Editore: Versante Sud

Come mai uno come Andy Kirkpatrick è diventato un alpinista?
Ragazzo con problemi di dislessia, adolescenza travagliata, una moglie e una figlia alle spalle che gli ricordano le sue responsabilità alle quali invece vuole sfuggire, ossessionato dall'idea di scalare e che l'alpinismo con la A maiuscola sia solo quello invernale, Andy sembra avere una predisposizione innata per cacciarsi in pericoli assurdi che coinvolgono direttamente anche il lettore. Andy non si vergogna mai della paura e dei dubbi che sembrano accompagnare come un’ombra ogni sua mossa, mentre gli obiettivi fisicamente e psicologicamente scoraggianti che si impone, rischiano costantemente di soffocarlo. Ma sono la sua vitalità e il suo entusiasmo trascinante per l’arrampicata e per i luoghi totalmente inaccessibili, fino all’estrema scommessa, a rendere così avvincente la lettura.
Un'escalation spaventosa ma raccontata brillantemente e con un asciutto umorismo "very British" fino al coronamento di un progetto ambizioso: l'ascensione in solitaria della Reticent Wall su El Capitain in Yosemite.
Vincitore nel 2008 del Premio Boardman Tasker.
“Andy è uno dei più divertenti climber Britannici e rappresenta quanto di meglio caratterizza l’arrampicata inglese contemporanea: audacia, innovazione, senso dell’umorismo, irriverenza, impegno e amore per il rischio.”
Chris Bonington
“Psychovertical è un diario potente ed intenso, ben scritto, a tratti brillante... Le descrizioni di arrampicata sono tra le migliori che abbia mai letto... Kirkpatrick sceglie le parole con la stessa attenzione con cui sceglie una corda.”

Informazioni aggiuntive sul prodotto

Titolo Psycho vertical
Collana I rampicanti
Autore Kirkpatrick Andy
Editore Versante Sud
Data 2011
Pagine 277
Dimensioni 12,5 x 20 cm
Formato Brossura
Illustrazioni Bianco e nero
Lingua Italiano
ISBN o EAN 9788896634370

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